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Vacanze: come annaffiare le piante prima di partire

Le vacanze estive sono ormai alle porte: complice anche la chiusura delle scuole, sono molte le famiglie pronte ad approfittare dei caldi lidi marittimi o, ancora, del fresco della montagna. Prima della partenza, tuttavia, sorge un problema non da poco: quello della gestione delle piante e dei fiori ospitati all’interno del proprio appartamento, ma anche sul balcone o in giardino. Non sempre è possibile approfittare dell’aiuto di un parente o di un vicino per annaffiare questi vegetali e, così, si rischia di ritrovarli completamente appassiti al rientro. Quali strategie mettere in atto per evitare una così deludente conseguenza?

Prima di cominciare, è bene sottolineare come ogni varietà di pianta necessiti di specifiche richieste sul fronte dell’annaffiatura. Per questo motivo, è utile innanzitutto informarsi sulle caratteristiche della coltivazione a propria disposizione, soprattutto in termini di resistenza alla siccità: vi sono molti esemplari, quali le piante grasse, che possono rimanere anche parecchi giorni senza alcun apporto di liquidi. Inoltre, in caso si vivesse in una zona frequentemente coinvolta da fenomeni atmosferici, a volte le normali precipitazioni potrebbero risultare più che sufficienti.

Brevi assenze: agire d’anticipo

Durante la bella stagione non sempre si ha la possibilità di godersi una vacanza estesa nel tempo, sia per problemi nel far combaciare le tempistiche con tutti i membri della famiglia, che per questioni economiche. Non capita di rado, però, ci si assenti per la durata di un weekend oppure di un piccolo ponte.

Quando l’assenza è mediamente breve, non vi sono particolari problemi per la sopravvivenza delle proprie piante. Per la gran parte delle varietà, dai classici gerani passando per le coloratissime dalie, sarà infatti sufficiente giocare d’anticipo, con un’annaffiatura lievemente più abbondante del solito. È però necessario prestare attenzione, perché un apporto copioso d’acqua non dovrà tradursi in una scarsa capacità di deflusso da parte del terreno, per non deteriorare in modo irreversibile le radici. In caso le temperature fossero molto elevate, e il sole cocente per la gran parte della giornata, utile sarà posizionare i vasi in zone riparate o, ancora, all’interno dell’abitazione. Sarà tuttavia consigliato adagiare gli esemplari comunque nelle vicinanze di una finestra, affinché venga assicurata la quotidiana esposizione alla luce.

Naturalmente, l’operazione potrebbe non essere necessaria per le piante grasse o per altre varietà rustiche o succulente, poiché potrebbero aver bisogno di un apporto d’acqua a ritmi davvero ridotti.

Grandi assenze: corde e bottiglie

Qualche grattacapo in più sorge in caso di vacanze più estese nel tempo, indicativamente oltre la settimana. In caso non fosse possibile delegare il compito dell’annaffiatura a un parente oppure a un vicino di casa, vi sono comunque delle strategie utili da mettere in pratica, sia preventivamente che durante l’assenza.

Così come nel caso precedente, anche per le vacanze estese sarà utile provvedere a un’ultima annaffiatura abbastanza abbondante, affinché le piante possano contare su un terriccio ben inumidito, purché privo di ristagni e impossibilitato al normale deflusso. In soccorso potrebbe giugnere anche l’acqua di raccolta in piattini e sottovasi, da non svuotare in caso non risultasse eccessiva, così come una posizione in penombra per evitare la rapida evaporazione dei liquidi nelle ore più soleggiate della giornata.

I precedenti accorgimenti, però, potrebbero non essere sufficienti per garantire un corretto apporto di liquidi a fiori e varietà ornamentali, per questo è doveroso organizzarsi per tempo con dei piccoli sistemi casalinghi, anche basati sul fai da te. Il primo vede il ricorso a una corda, preferibilmente in una fibra dall’alta capacità assorbente, come il cotone, la lana o il feltro. Si posizioni di fianco al vaso un secchio, riempito d’acqua indicativamente fino al livello del terriccio nel vaso. A questo punto, si bagni la corda e si infili, praticando un piccolo foro nel terreno, una delle due estremità alla profondità di 3-4 centimetri. L’altra, invece, dovrà essere immersa all’interno del secchio. Così facendo, si assicurerà un approvvigionamento di liquidi lento e costante, tale da garantire adeguata umidità per tutta la propria assenza. Come facile intuire, per vasi molti grandi potrebbero essere necessarie più corde.

In alternativa alla corda, un metodo facile e indolore è quello del riciclo di una vecchia bottiglia di plastica. Si recuperi un contenitore usato e, dopo averlo pulito a fondo per rimuovere qualsiasi traccia di detergenti o alimenti, lo si riempia d’acqua. Nel mentre, si pratichino un paio di fori sul tappo, affinché l’acqua possa defluire in modo molto lento.

A questo punto, non resta che capovolgere la bottiglia e fissarla nel terriccio, con il collo completamente coperto: l’acqua verrà rilasciata a poco a poco, garantendo le necessità di fiori e piante. In caso i fori nel tappo non permettessero di regolare in modo adeguato il flusso dell’acqua, in commercio esistono dei comodi erogatori da applicare sulle stesse bottiglie, già progettati per un rilascio goccia a goccia.

 

 

R. Rossi

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